I PRONOMI PERSONALI
I pronomi personali si dividono in due grandi gruppi:
1) pronomi personali che svolgono la funzione di soggetto all’interno della frase;
2) pronomi personali che svolgono la funzione di complemento.
I PRONOMI PERSONALI SOGGETTO
Il pronome personale soggetto è quello che usiamo per indicare chi parla (pronome di prima persona singolare o plurale: io/noi), chi ascolta (pronome di seconda persona singolare o plurale: tu/voi) o ciò di cui si parla (pronomi di terza persona singolare o plurale: egli/lui/esso, ella/lei/essa, noi, voi, essi/loro, esse/loro). Notiamo che i pronomi della prima e della seconda persona, sia singolare che plurale, sono invariabili, mentre la terza persona singolare e plurale ha forme diverse al maschile e al femminile. Egli ed ella sono utilizzati in riferimento a persona, esso ed essa in riferimento a cose, animali ed entità astratte.
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pronomi personali soggetto
I PRONOMI PERSONALI COMPLEMENTO
I pronomi personali complemento possono invece assolvere a più funzioni logiche:
- Quella di complemento oggetto (“Ti ascolto”, “Lo chiamo immediatamente”);
- Quella di complemento di termine (“Vi manderò un pacco”, “Gli ho chiesto cosa avesse fatto ieri”);
- Quella di complemento indiretto, insieme con le relative preposizioni (“Sono andato al mare con lei”, “Ci siamo dimenticati di lui”, “Abbiamo cenato molto volentieri da loro”).
I pronomi personali complemento si distinguono poi in forme forti (ovvero su cui cade un accento tonico: me, te, lui/lei/sé/ciò, noi, voi, essi/esse/loro/sé) e forme deboli (ovvero sprovviste di accento tonico: mi, ti, lo/gli/ne/si, la/le/ne/si, ci, vi, li/ne/si, le/ne/si), che sono anche dette particelle pronominali.
Le forme forti o toniche si usano:- Per dare un particolare risalto al pronome, quando esso svolge la funzione di complemento oggetto (“La giuria ha scelto me tra tutti i candidati”);
- In combinazione con le preposizioni per dare luogo ai complementi indiretti (“Ci siamo recati da lui per parlare con loro”, “Hanno spedito questa lettera a me”, “Sono qui per noi”).
Si ricorre invece alle forme atone o deboli:
- Quando il pronome non è preceduto da preposizione;
- Quando non c’è necessità di sottolineare o enfatizzare il ruolo del pronome come complemento oggetto o complemento di termine.
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